Londra (terza parte): impressioni finali

Finisco la serie di post londinesi con alcune impressioni "a caldo" basate su appuntini scritti e pensati durante il soggiorno o appena tornato…

Una cosa che pare colpisca molti, soprattutto giovani, che vanno a Londra sono i prezzi. Praticamente tutti quelli che conosciamo che avevano saputo che ci saremmo andati e che a loro volta c'erano stati più o meno di recente ci avevano avvertito: —Andate a Londra? Occhio ai prezzi!

E in effetti Londra è tutt'altro che economica. E nonostante questo in genere si ha l'impressione che si stia pagando per un servizio di qualità: ovunque si vada si vedono sempre molti dipendenti, in numero più che adeguato alla situazione e tutti che lavorano di buona lena, senza sacrifici. L'impressione che si ha è che tutti lavorino con onestà al meglio delle proprie possibilità e che cerchino di offrire il giusto rispetto e la giusta disponibilità al cliente, ovunque: nei ristoranti, nei negozi, nei musei, nelle metro…

Parlando di metro, uno degli aspetti migliori di Londra sembra essere la mobilità pubblica, i trasporti. Al centro è molto disincentivato l'uso delle auto private: pedaggi e prezzi dei parcheggi alle stelle. Risultato: in molti usano le bici (almeno rispetto a noi, certo non rispetto agli olandesi) ma tantissimi usano gli autobus e le metropolitane, che hanno una diffusione capillare ed una efficienza invidiabile — raramente abbiamo aspettato più di tre minuti per un mezzo e altrettanto raramente abbiamo dovuto accontentarci di spazi da sardine in latta.

Impressionante in particolare il dispiegamento di mezzi ma soprattutto di persone: probabilmente il personale potrebbe riempire una piccola città. Ad ogni stazione, grande o piccola, c'è un numero di addetti altissimo per qualunque esigenza: controllo degli ingressi (e aiuto di turisti, anziani e bambini); biglietterie (in aggiunta a quelle automatiche ce n'è quasi sempre almeno una "umana"); sorveglianza (non sfugge il numero enorme di telecamere a coprire ogni angolo di ogni stazione); personale alla guida dei mezzi e, a volte, di controllo alle banchine (per verificare che le porte possano essere chiuse, per evitare ingressi all'ultimo secondo, ecc.).

I mezzi pubblici di superficie, autobus e taxi, sono talmente numerosi che al centro sembra siano loro che fanno il traffico maggiore. E sarà forse la differente pianificazione delle strade e dei tratti pedonali che lascia con l'impressione che, almeno al centro, il traffico sia inferiore a quello di Roma.

Singolare la soluzione adottata dalla metro nei casi in cui è previsto un afflusso di persone sopra la media in una stazione in un certo momento (ad esempio il sabato sera a Convent Garden, o la domenica pomeriggio a Camden Town): la stazione viene chiusa. Il pubblico viene gentilmente invitato a dirigersi alle stazioni limitrofe (nella maggior parte dei casi nel raggio di 1km ce ne sono tre o quattro) oppure a prendere gli autobus. In questo modo nessuna linea della metro viene intasata e il servizio generale continua a funzionare senza problemi. Ricordo ancora con terrore l'epopea di una notte bianca a Roma passata tra metro che si rompono, autobus presi letteralmente d'assalto da centinaia di persone, traffico soprannaturale. Non sfugge tra l'altro il continuo lavoro di ammodernamento delle linee metropolitane: è impossibile nel weekend non imbattersi in qualche piccolo intoppo (un ritardo o una stazione chiusa) per lavori alle linee o alle stazioni.

Un'altra cosa interessante dei trasporti di Londra è che il biglietto di carta esiste ma è fortemente disincentivato: ha dei costi enormi — i biglietti dei viaggi in metro partono da 4£=6€ ! Al suo posto viene proposta una carta elettronica prepagata di uso molto semplice e pratico (e con cui lo stesso viaggio di sopra costa 1.50£). Così quasi nessuno usa i biglietti di carta e le file per entrare e uscire da qualunque stazione sono inesistenti. Tra l'altro gli abbonamenti utilizzano lo stesso sistema della carta prepagata e non è praticamente possibile entrare senza pagare il biglietto. La carta registra tutti i movimenti ed è possibile anche vedere un resoconto con tutti quelli effettuati di recente. Esistono in commercio anche carte con triplice funzione: carta di credito, bancomat e carta per i mezzi. Futuristico!

Accennavo prima alle telecamere nelle stazioni della metro: tutta Londra è cosparsa di telecamere. Il problema della sicurezza sembra essere veramente molto sentito: molta polizia (probabilmente proporzionata alla molta gente per strada) e molte telecamere. Poco prima di partire mi sono imbattuto in un articolo (di cui non mi pare aver sentito parlare in Italia) in cui si sosteneva proprio che uno studio recente ha rivelato che l'aumento negli ultimi anni del numero di telecamere a Londra (con un dispendio di risorse umane ma soprattutto economiche assolutamente non trascurabile) non è stato utile né a ridurre l'indice di criminalità né ad aumentare il numero di arresti. Fatto sta che noi abbiamo vissuto un'atmosfera piuttosto tranquilla: non ci siamo resi conto "a pelle" di quelle frizioni sociali (su base razziale, soprattutto) che si sentono a Roma — anche prendendo in considerazione solo i quartieri centrali.

E a proposito di persone, il centro di Londra è veramente affollatissimo, in maniera esagerata, a qualunque ora del giorno e della notte. Tutti corrono, in ogni momento. Ci ha stupito molto vedere una società così multietnica e multiculturale, con punte di integrazione molto interessanti. Ad esempio in qualunque ristorante ci si potrebbe ritrovare serviti da personale di una etnia qualsiasi, senza apparente distinzione in probabilità tra inglesi (o occidentali, in generale), indiani, cinesi… Sebbene la stessa apparente uguaglianza non si ritrova necessariamente tra i sessi (in alcuni ambienti, o lavori, c'è una marcata predominanza di maschi), si nota per la donna la stessa deferenza, lo stesso rispetto, lo stesso trattamento generale che viene riservato agli uomini. Se penso all'Italia mi vengono in mente scene patetiche di formaggi e pennuti e una situazione sociale che si sta velocemente uniformando al paradigma calciatore—velina

Detto tutto ciò, la gente non è quella dell'Irlanda. Non si respira la stessa aria rilassata e calorosa. La gente sembra piuttosto indifferente e distaccata, per quanto rispettosa degli altri. Tanto per dirne una, i padroni dell'albergo in cui eravamo (una sorta di B&B ma capace di ospitare almeno un centinaio di ospiti) hanno evitato più volte di rispondere al nostro saluto prima di andarcene, guardando da un'altra parte o ignorandoci del tutto. In Irlanda a volte sembrava mancassero solo i baci, gli abbracci e il fazzolettone per asciugare una lacrimuccia. A volte non sono mancati nemmeno quelli — e nello scrivere questo naturalmente risale la voglia di partire per l'Irlanda domani. Comunque sempre meglio della caciara, dell'egoismo e della paraculaggine nostrani.

Purtroppo non posso essere molto orgoglioso delle foto scattate a Londra. A dire la verità più le guardo e più mi mangerei le mani. Comunque appena ne avrò la possibilità aggiungerò qualche scatto all'apposita sezione!

 
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