Londra (seconda parte): negozi

Londra è decisamente invasa da alcune catene di negozi: è molto comune trovare sempre gli stessi negozi in tutte le parti della città. Cominciamo quindi parlando di un nostro punto di riferimento inaspettato e fondamentale: Starbucks.

Per passate brutte esperienze l'espresso italiano non l'abbiamo nemmeno cercato, così abbiamo pensato di provare Starbucks. Secondo una teoria ( nostra ) a Londra non è possibile trovare un percorso che vada da un punto A ad un punto B qualsiasi senza incontrare almeno uno Starbucks. Ogni negozio sembra accoglierti con un'atmosfera calda, rilassata ( a parte alle casse dove si va un po' di fretta ), ben arredata, giovane. In definitiva, sebbene i prezzi non siano proprio popolari, Starbucks può provocare dipendenza: è stato il nostro rifugio in più di un'occasione — ti prendi un cappuccino, fai due chiacchiere, leggi un libro e il tempo passa da sé. Il double mocha macchiato (in versione calda o ghiacciata), i dolci e le cioccolate calde sono tentazioni a cui non abbiamo saputo resistere. Il tè, il cappuccino e il latte macchiato "semplici" non sono niente male, soprattutto se accompagnano il giusto dolce. Non abbiamo avuto modo di provare i caffè semplici e i frappuccini ma non ci hanno ispirato più di tanto.

Per mangiare abbiamo tentato varie soluzioni. La migliore si è ovviamente rivelata quella di farsi invitare a cena da una coppia di amici ( hi Jean! hi Ian! ) :–). La peggiore si è rivelata quella dei panini ( o tramezzini o baguette ): piuttosto cari e gusto tutt'altro che entusiasmante ( tra l'altro sembrano standardizzati, certo non si trova il pizzicarolo che ti fa il panino al momento :–) ). Ad esempio ci siamo pentiti di averli presi ai giardini botanici, quando avremmo potuto mangiare delle belle patate arrosto ( sane ) con contorno di salse e fagioli, sembravano appetitose! Inoltre, come detto, pioveva.

L'alternativa è ovviamente andare in un ristorante: non manca certo la varietà riguardo a cibo offerto e prezzi. Da ricordare che c'è sempre da pagare, oltre al prezzo del menù, il servizio a parte, in genere del 10%. Comunque in generale, dato anche che non mangiamo molto, difficilmente abbiamo superato i 15€ a testa per un pasto. A farla da padrone sono i ristoranti etnici: ottimi un indiano Panjabi che abbiamo trovato in cima a Neal Street ( zona Covent Garden, più costosetto ) e la catena di negozi Wagamama, disseminati un po' dappertutto, che offrono cibo giapponese–fusion ad un prezzo ragionevolissimo.

Per un pasto economico e informale mentre si è in giro per il centro la scelta ovvia è Soho ( dove abbiamo provato un buon tailandese e un ottimo cinese ). Meno ovvia ma più economica e meno affollata la scelta di Gaby's, un ristorante / take away poco turistico all'inizio di Charing Cross Street, vicino Trafalgar Square: cibo veramente per tutti i gusti ( compreso cibo vegetariano ), servizio molto informale ( certo non aspettatevi le piastrelle luccicanti in bagno o le cameriere in ghingheri! ).

Ogni tanto è infine possibile trovare dei take–away tipicamente etnici in cui è possibile trovare ad un prezzo molto ragionevole cibo caldo di ottima qualità: è impressionante la vista e l'imbarazzo della scelta di cibo al mercato di Camden Town ( noi siamo andati sul messicano e sul cinese senza pentircene ). Il mercato di Camden Town tra l'altro merita senz'altro una visita di Domenica se volete fare un bagno di folla mentre girate per un numero infinito di stradine e piazzette alla ricerca di oggetti nuovi o usati, vestiti, chincaglierie. Questo mercato, leggermente fuori dal centro, pare stia diventando più popolare di quello di Portobello Road a Notting Hill!

Un'altra differenza tra i musei di Londra e quelli di Roma è che non solo tutti contengono negozi di souvenir ma anche ristoranti, bar e a volte addirittura "zone picnic" per chi il cibo se lo porta da casa. Può essere una piacevole sorpresa scoprire che i ristoranti dei musei non sono affatto male: ci siamo trovati benissimo al ristorante del Tate Modern ( all'ultimo piano, una vista splendida e un ristorante di ottimo livello — dove abbiamo gustato l'unico fish&chips del viaggio ) e a quello del museo della scienza ( appena ci si abitua alla luce emessa dai tavoli! ). Un po' più orientato alle famiglie quello del museo della storia naturale, molto simile ad un Ciao dei nostri autogrill ( ottimo cibo comunque ).

Mercoledì sera abbiamo fatto una visita al West End, la zona dei teatri, e abbiamo assistito allo spettacolo di Monty Python, Spamalot, basato sul film The Holy Grail. Siamo concordi nel dire che è stata la cosa più divertente ed entusiasmante di questo viaggio: un musical comico ospitato da un teatro bellissimo e realizzato in modo grandioso. I costi dei biglietti dei teatri non sono popolari ma sicuramente sono soldi ben spesi se l'Inglese non è un problema ( nel caso di questa commedia poi non era assolutamente necessario un grado di comprensione elevatissimo, le immagini parlavano da sole :–) ). Inoltre qui non si parla di andare a vedere spettacoli di Montesano e Costanzo, ma di alcuni dei più importanti autori del mondo, interpretati da attori di grido ( basta citare Phantom of the Opera di Andrew Lloyd Webber, non dimenticando che ci sono spettacoli ancora popolari dopo anni di programmazione — uno su tutti The Mousetrap di Agatha Christie, che va avanti da più di 50 anni ).

Concludo dicendo che a Roma Est c'è un negozio di prodotti Apple. Invece a Regent Street c'è un Apple Store.

Prossimo post: impressioni generali!

 
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