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Multimate, il buon vecchio word processor

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MultimateMultimate era un piccolo word processor dotato di una buona quantità di funzioni sviluppate in soli 1,30 Mb. Distribuito in una serie di cinque floppy da 360 Kb, era dotato persino di controllo ortografico.

Nato dall'idea di Wilton H. Jones, fu sviluppato da un team di dieci giovanissimi programmatori per una compagnia assicurativa e per questo motivo divenne molto popolare nell'ambiente "business".
Le prime versioni del software furono accompagnate da apposite tastiere, in modo che gli impiegati, abituati a lavorare con un word processor dedicato, potessero apprenderne in fretta l'utilizzo.

Con il DOS, Multimate fu in grado di supportare un gran numero di PC e diverse tipologie di stampanti attraverso i drivers: le sue potenzialità erano evidenti con stampanti a matrice di punti, ma erano meno soddisfacenti con stampanti laser e postscript.

Dopo avere acquisito i diritti di Multimate, Ashton Tate decise di non svilupparne una versione per Windows e di non continuare a supportare quella per Unix e VMS. Multimate scomparve definitivamente quando Borland acquistò Ashton Tate. 

Framework, progenitore di Windows?

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Una schermata di FrameworkNato nel 1980, è stato la prima suite office di Ashton Tate per DOS.
Robert Carr assieme agli altri sviluppatori che lo misero a punto, crearono un programma che ebbe così successo che, dopo aver ottenuto i finanziamenti da Ashton Tate, quest'ultima ne acquistò i diritti addirittura con un anno di anticipo! :)
Era un sistema di applicazioni straordinario: per la prima volta implementava il concetto di “Child Window” e di “Suite Office integrata”.
Attraverso una interfaccia che simulava una scrivania, permetteva di operare con più tipologie di applicativi attraverso l'apertura di finestre a "post-it".
L'integrazione del mouse, già presente nelle primissime versioni, era basata non sul concetto di tempismo nel click, come tutt'oggi richiede la gestione degli eventi, ma attraverso il conteggio dei click stessi. Era persino presente la possibilità di visualizzare tooltips al passaggio del cursore!
A tutto questo si affiancavano le macro e un linguaggio di programmazione d'ambiente apposito: FRED.
Le versioni successive furono rilasciate con un corredo di sviluppo che permettevano la creazione di applicativi per il commercio.
Quando Borland acquistò Ashton Tate, Framework fu assegnato alla Selection&Functions Inc che tutt'oggi se ne occupa: le versioni odierne  comprendono addirittura strumenti per il RAD e facilitazioni per utenti disabili e sono distribuite anche per Windows.

Norton Commander, il Tool

Una schermata del popolare tool per DOSNorton Commander ha sancito l'ingresso nell'uso comune dei tool integrati in DOS.
Prodotto tra il 1986 ed il 1995 dalla Symantec dopo il rilascio di Peter Norton, questo programma offriva una valida alternativa alla vecchia manipolazione di files attraverso la riga di comando: si caratterizzava per l'arrangiamento dell'area di lavoro in due pannelli, ciascuno dei quali era personalizzabile per mostrare informazioni sull'altro. La lista dei comandi alloggiava in basso sullo schermo ed era estendibile attraverso la combinazione di tasti CTRL-ALT. Ancora prima dell'integrazione del mouse (presente solo dalla versione 5.0!), fu uno strumento che rese possibili un gran numero di operazioni con estrema efficienza e velocità; l'editor integrato inoltre ne fece lo “standard dell'editing” per il DOS.
Con l'avvento di Windows 95 e delle interfacce grafiche, Norton Commander perse gran parte della sua attrattiva e cominciò ad andare incontro ad un lento declino anche perchè non supportava i nomi lunghi divenuti utilizzabili sulle partizioni Windows.
Popolarissimo durante la DOS-Era, caduto in disuso, e' stato fonte di ispirazione più o meno spudorata per programmi analoghi, sia sullo stesso Dos (ad esempio Volkov Commander e XTree Gold), sia su ambienti diversi (come in Unix, dove Midnight Commander ha avuto un ottimo successo).
Nel 1999 ne è stata rilasciata una versione completamente integrata nel sistema operativo Windows che offriva funzionalità di preview.

Curiosità: qualche utente Windows tiene ancora con se la sua copia di Norton Commander per le situazioni di emergenza!

VisiCalc e l'avvento del foglio di calcolo

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VisiCalc è stato a tutti gli effetti il progenitore di tutta quella schiera di programmi che oggi vengono denominati “Fogli di Calcolo”.
Inizialmente rilasciato per Apple II, fu successivamente portato su Atari 8-Bit, Commodore PET e IBM.
In relazione all'epoca in cui è stato scritto, VisiCalc risultava molto potente: la strategia di navigazione dei menu, basata su @ (quasi un corrispettivo dell'odierno tasto “Alt”) e il tasto slash, risultava alquanto innovativa; le celle potevano contenere etichette o numeri (non esisteva ancora il supporto per le date!) ed utilizzavano il sistema di indicizzazione “stile-A1” che ancora oggi ritroviamo ad esempio in Excel.
L'input era limitato a 63 colonne e 254 righe, visualizzate in un'area di 80 x 25 caratteri.
Questo software era provvisto di funzioni molto semplici esclusivamente numeriche come SUM, MAX, AVERAGE, ma anche funzioni come LOOKUP e quelle trigonometriche.
Oltre alle formattazioni standard delle celle, offriva la particolare formattazione “Graph”: essa permetteva di visualizzare funzioni riportando i loro valori nelle celle, visualizzandoli come asterischi.
E non solo: era possibile adeguare i riferimenti alle celle in base alla loro posizione. Tutto questo in soli 27KB.

Curiosità: pare che il “padre” di VisiCalc non riuscì mai a trarre profitto dalla sua invenzione semplicemente perchè...non esisteva una forma di “brevetto” per il software! Il programma fu solo protetto da un copyright che non riuscì in ogni caso a garantirne il “primato d'innovazione”.

La scena demo

mov ax, 13h
int 10h

Questo il punto topico di ogni intro/demo dei 'fantastici' anni 90 su DOS: l'inizializzazione della modalità video 320x200 a 256 colori, due righe di assembler 80x86 per aprire tutto un mondo.

Cos'è una demo? È un software autoprodotto, realizzato con l'unico scopo di dimostrare le capacità artistiche dei suoi creatori, composto da musica (in genere moduli a 4 o più canali: mod, xm, s3m, it...), immagini (rigorosamente realizzate al pc - la cosiddetta pixel art) e animazioni 2D e 3D (gli "effetti", generati in tempo reale per lo più da codice originale). Una intro è semplicemente una demo con maggiori limiti di spazio e memoria, laddove in genere una demo non ne ha, se non quelli intrinsechi della piattaforma su cui gira.

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Che fine hanno fatto

Vedo per la prima volta un videogioco nuovo. Oppure realizzo improvvisamente che nelle ultime due ore ho cercato inutilmente di colpire in testa un cecchino dall'unico punto di una mappa in cui non vengo visto, consumando il disco rigido nei 200 caricamenti di seguito necessari dopo ogni mio errore. Ci sono varie occasioni in cui mi chiedo che fine abbiano fatto i giochi di una volta.

E non pretendo ora di giocare a giochi di 10,15,20 anni fa: la grafica accattivante dei giochi odierni e dettagli noiosi di compatibilità hardware li rendono decisamente poco attraenti - inoltre si tratterebbe in massima parte di RI-giocare a giochi già noti, già fatti, già finiti 10 anni fa, appunto. Così mi chiedo in realtà che fine hanno fatto i CREATORI di quei giochi, quelli che ideavano e programmavano capolavori, gli Unici Veri Videogiochi™: persone che in larga parte, giovanissimi, inseguivano la loro idea di sogno americano applicato all'informatica, per condividere con gli altri  la LORO idea di videogioco, per superarsi continuamente come individui e come categoria. Alcuni di essi raggiunsero, grazie al successo delle loro creature, la notorietà e si trovarono ad essere, negli anni 90, i "guru", i punti di riferimento per un mercato in fortissimo sviluppo. Poi, pian piano, le vite si sono appiattite, la pancia gonfiata, i capelli ingrigiti o caduti. E le idee, quelle vere, quelle rivoluzionarie che hanno cambiato il mondo dei videogiochi, hanno cominciato a mancare, o si sono fossilizzate ai concetti originali. E nessuno li ha rimpiazzati.

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