Referendum mediatico

Votare, votare sì, votare no... Un bel dilemma (spero che almeno sulla prima domanda la maggior parte dei lettori abbia già deciso positivamente)... Ma è un paio di settimane che rifletto su una cosa.

Referendum 2003, per equiparare il licenziamento senza giusta causa tra piccole e grandi aziende, estendendo l'articolo 18 alle aziende con meno di 15 dipendenti. Quorum al 25,7%, 10 milioni di si', ovvero circa l'86 per cento dei votanti. Boicottato da praticamente tutte le forze politiche e sindacali tranne da rifondazione comunista che l'ha proposto. Ignorato quasi totalmente dai mezzi d'informazione.

È successo giusto due anni fa (s'è votato il 15 ed il 16 giugno). A NESSUNO di quelli a cui ho fatto la semplice domanda "qual è l'ultimo referendum per cui si è votato?" questo referendum non è venuto in mente.

E non gli è venuto in mente nemmeno quello del 2001 per le modifiche alla costituzione per agevolare l'avvento del federalismo e conclusosi con un vergognoso quorum al 34%, con una ingente maggioranza di sì (64%). Anche in quel caso la destra boicottò il referendum e la sinistra e i media gli fecero gioco, non facendo assolutamente nulla contro la disinformazione promossa dalla destra.

QUALCUNO s'è almeno ricordato di aver votato nel 2001 ben 7 quesiti referendari, naturalmente anche stavolta non raggiungendo il quorum, nonostante l'importanza dei quesiti (cosette come l'abolizione del rimborso per spese elettorali ai partiti, l'abolizione degli incarichi exttragiudiziali dei magistrati, l'abolizone delle trattenute sindacali attraverso i contributi di previdenza sociale...).

Nella nostra democrazia c'è qualcosa che non va: alla gente non interessa manifestare il proprio voto. Alla gente probabilmente nemmeno interessa se si vota e per cosa si vota, o non è in grado di capirne l'importanza.

Aboliamo la necessità di raggiungere un certo quorum per ratificare il risultato del referendum! In questo modo NESSUNO si permetterà mai di dirci di non votare! NESSUNO si potrà permettere di non manifestare una preferenza per il sì o per il no, solo per non scontentare una parte di elettorato!

La gente a giugno va in vacanza? Vogliamo credere alla balla che non si riescono ad organizzare i referendum se non quando fuori ci sono 40 gradi e la gente paga per andare al mare? Perfetto, allora organizziamoli in spiaggia i seggi! Siamo nel ventunesimo secolo ma un calabrese che lavora a milano e pretende di votare deve farsi un minimo di 10 ore di viaggio a 40 gradi ALL'OMBRA sulla A1 e poi sulla Salerno-Reggio Calabria o spendere una fortuna per il treno! Non è il cittadino che deve andare dalle istituzioni, le istituzioni dovrebbero andare dal cittadino!

 
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