La prestazione occasionale

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Seguendo il link sopraindicato si raggiunge un sito contenente documenti e spiegazioni importanti per un argomento molto poco noto eppure così richiesto come il lavoro in regime di prestazione occasionale.

Una prestazione occasionale è definita come un rapporto di lavoro non continuativo (massimo 30 giorni), non inerente le mansioni lavorative normali del prestante e che dia una rendita massima di 5000 euro l'anno (ovvero una persona non può offrire prestazioni occasionali per più di 5000 euro l'anno in totale).

Questo tipo di rapporto è ideale per studenti, disoccupati ed impiegati che vogliano offrire servizi per compensi modesti senza uscire dai termini della legalità e senza imbarcarsi nell'apertura di una partita IVA.

Il link in particolare porta a documenti dedicati alla realizzazione di un sito web, che non solo si inquadra perfettamente nel tipo di servizi adatti alla prestazione occasionale, ma che è anche un caso reale di interesse per tantissime persone che conosco o ho conosciuto (ad esempio miei colleghi di università a ingegneria informatica).

La prestazione occasionale ha il grande vantaggio di non richiedere grossi sforzi per essere in regola col fisco e con l'ente previdenziale: è sufficiente firmare un contratto di fornitura del servizio col committente; fornire al committente una ricevuta di riscossione in cui sia indicato che la prestazione è occasionale e perciò esente IVA, con eventualmente allegata una marca da bollo (credo da 1,29€) per importi superiori a 77 euro; far pagare, entro il 15 del mese successivo alla riscossione, al committente il 20% del compenso ricevuto come ritenuta d'acconto, attraverso il modulo F24 in un qualsiasi ufficio postale o sportello bancario, come sostituzione del versamento IRPEF.

Rispetto a quanto detto nel sito linkato credo sia necessario aggiungere qualcosa. Purtroppo quanto detto lì non va preso per oro colato: la situazione infatti è resa confusa da una legge del 2003 che introduce dei fantomatici tagliandi per prestazioni occasionali che il committente dovrebbe acquistare ad un certo prezzo e darli al prestante che può riscuotere una cifra inferiore che tiene conto dei versamenti previdenziali prima gestiti con la ritenuta d'acconto. La praticabilità di questa legge viene però messa in discussione dalle difficoltà intrinseche nell'uso e nello scambio di questi buoni: è possibile trovare in rete numerosissime testimonianze della bontà del vecchio metodo e della inapplicabilità delle nuove regole, non adottate nemmeno da enti pubblici (università e pubbliche amministrazioni).

Un'ultima nota riguarda chi ha già un'occupazione e per il quale la prestazione occasionale rappresenta un guadagno ulteriore: in questo caso infatti è necessario porre attenzione sul fatto che alcuni fonti sostengono che il guadagno conta nel calcolo dell'aliquota annuale IRPEF per determinare i contributi da versare. Questo significa che nel caso i guadagni determinino un cambiamento dell'aliquota, è necessario dichiararlo col modello Unico e versare la differenza dei contributi.

 

che storia

gigi - 19 set 2006 16:26

questa è la storia di vaccavittoria,
muore la vacca, finita la storia.
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