Articoli di Matteo nella categoria Delirio Mediatico

Busta sul bus

Stasera è bastato che qualcuno lasciasse una busta della spesa sul sedile dell'autobus.

Eravamo una trentina e pensavamo tutti alla stessa cosa. Ci guardavamo un po' confusi, imbarazzati, non sicuri di come reagire. Pian piano le facce hanno cominciato a rigirarsi ma, non voglio dire il nervosismo, una certa tensione è rimasta vagamente nell'aria finché non sono sceso.

La nostra mente è manipolata. Non dal terrorismo. Da chi dovrebbe difenderci da quelle minacce. Oggi il governo americano ha pubblicato un nuovo allarmante decalogo sulla prossima terribile epidemia di influenza aviaria. Allarmante non per le cifre, ma per le apocalittiche previsioni di disastri, morti e incidenti vari. Ancora non mi hanno spiegato perché una malattia che in 3 anni ha mietuto meno di 300 vittime nel mondo è vista come un pericolo mondiale "capace di uccidere tra i 5 e i 150 milioni di persone" (lo diceva nel 2005 il coordinatore per l'emergenza aviaria delle Nazioni Unite).

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Ipocondria

Sto ascoltando in questo momento la puntata odierna di Melog, in cui il buon Nicoletti parla di Dr. House come promotore — come se non ce ne fossero già abbastanza — dell’ipocondria sempre più diffusa in occidente. Secondo le sue osservazioni — che non posso verificare visto che non ho mai visto il telefilm in questione — la freddezza del dottore ma soprattutto la terrifica visione tridimensionale dei virus e delle malattie all’interno del corpo dei pazienti favorirebbe una visione distorta da parte del pubblico delle malattie viste come un nemico fisico, di aspetto sgradevole, infido, da combattere ma soprattutto da temere ogni giorno.

Ma oggi dell’ipocondria avrei parlato comunque, anche senza l’aiuto di Dr. House e di Nicoletti. Per quello che mi è capitato di vedere a pranzo in un servizio del Tg2. Su una notizia a cui né Repubblica né tantomeno Corriere della Sera hanno pensato di dare risalto, di quelle che il Tg2 sembra ogni tanto tirare fuori dal cilindro provvidenzialmente: al ministero pare siano in ritardo per la preparazione del vaccino anti–influenzale. Solo per problemi tecnici, non temete, per fine Novembre sarà pronto e non ci sarà alcun problema. Soprattutto perché, spiega il «tecnico», molte persone che si sono vaccinate l’anno scorso sarebbero ancora coperte per un po’. Faranno in tempo per Dicembre in modo da poter «scongiurare anche per quest’anno una vasta epidemia». I salvatori dell’umanità questi medici ministeriali. E non scordiamo mai di ringraziare anche i produttori del vaccino, Roche et similia, che provvidenzialmente lo forniscono al nostro governo dietro lauto compenso. Se non avete l’influenza prima di Dicembre sarà merito del vaccino dello scorso anno; se invece avrete qualche linea di febbre, spiega sempre il tecnico, quella non sarà influenza, bensì un innocuo sintomo di un raffreddamento. Geniale. Un paio di giorni sotto le coperte sono troppi, i fazzoletti di carta e la tachipirina fuori moda, meglio una bella iniezioncina e passa la paura. Almeno finché non si scopre che per disattivare il virus influenzale il vaccino attiva qualcos’altro. Paura, terrore. E dalle terribili epidemie di influenza si fa presto ad arrivare alle armi batteriologiche e al terrorismo globale. I terroristi sono loro e noi siamo quelli col prosciutto sugli occhi, come al solito.

*I* don't stop

Come ti giro la frittata

Oggi l'Istat ha fatto uscire fondamentali dati sul nostro tempo libero, ovvero quanto tempo libero abbiamo in media, divisi per sesso e fascia d'età. Ovviamente tutti i mezzi di informazione hanno trovato giusto dare enorme risalto a dati così importanti. È però interessante vedere i diversi punti di vista.

Repubblica e Corriere infatti evidenziano come le donne abbiano in media meno tempo libero degli uomini, costrette alle faccende familiari a cui gli uomini per la maggior parte si sottraggono. E, come nutrire dubbi, ci facciamo sempre riconoscere: in tutti gli altri paesi europei il divario nel tempo libero tra uomo e donna è minore.

A questo punto assume tutt'altra luce il servizio del Tg2 di oggi introdotto dalla conduttrice così: «Finalmente l'Italia al vertice di una classifica: le nostre donne sono quelle che nel mondo dedicano più tempo alla famiglia e alla cura della casa!». Il servizio illustra il concetto con cifre e grafici che non possono lasciare dubbi, oltre alle mille parole e alle immagini di repertorio che fanno colore. Nulla sfugge al filtro edulcorante del Tg2: Dio, patria e famiglia!

Il profeta del ridicolismo

Vedo in giro per blog commenti iracondi, anatemi, offese di ogni tipo contro un uomo che può essere considerato a pieno titolo uno dei più tristi personaggi che la televisione ci propone in questo momento: Franco di Grande Fratello sesta edizione – il poeta.

Se vi siete persi finora questo tristissimo essere probabilmente già presagite che è stato per voi meglio così, ma vederlo magari nella cornice di Mai Dire GF & figli, sfottuto per quello che è, può essere interessante.

Si definisce poeta, scrittore, l'anello mancante tra Grande Fratello e gli intellettuali italiani, addirittura fondatore di una corrente, il cui nome mai fu più azzeccato: il ridicolismo.

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Violenza soggettiva

Il concetto di violenza è soggettivo. A ricordarcelo, in occasione dell'Epifania, è il vicepremier ministro degli esteri Gianfranco Fini: alla liberazione di stamani dei 5 ostaggi in Yemen avrebbe dichiarato, o almeno così afferma il Tg1 delle 13.30, "un ottimo risultato senza l'uso della violenza". Peccato che il poco chiaro patto tra le parti non preveda la salvezza dei rapitori, che sono stati già condannati a morte ancor prima che la vicenda si concludesse. Pare che almeno cinque siano stati già catturati, gli altri sono in fuga; per tutti ad attenderli ci sarà la forca o la fucilazione. Certo, con quella che il governo yemenita chiama linea dura non si corre il rischio di dover aspettare 30 anni per avere giustizia, la vittima difficilmente rischia di morire prima del proprio carnefice in attesa che giustizia sia fatta, ma sicuramente non si ha il tempo di approfondire le cause di tale violenza e che ne genereranno altra in futuro: la violenza genera altra violenza, questo motto è ormai patrimonio condiviso della nostra cultura ma è così difficile dare un senso alle parole!
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