Vedo in giro per blog commenti iracondi, anatemi, offese di ogni tipo contro un uomo che può essere considerato a pieno titolo uno dei più tristi personaggi che la televisione ci propone in questo momento: Franco di Grande Fratello sesta edizione – il poeta.
Se vi siete persi finora questo tristissimo essere probabilmente già presagite che è stato per voi meglio così, ma vederlo magari nella cornice di Mai Dire GF & figli, sfottuto per quello che è, può essere interessante.
Si definisce poeta, scrittore, l'anello mancante tra Grande Fratello e gli intellettuali italiani, addirittura fondatore di una corrente, il cui nome mai fu più azzeccato: il ridicolismo.
Non vale la pena dilungarsi su un essere del genere, ma — spero per il vostro divertimento — vorrei riportare due componimenti del Vate di Cinecittà — poesie le definisce.
Purtroppo lo scritto non rende la terribile interpretazione, ma immaginate il testo letto tutto di seguito, con la sola punteggiatura indicata, senza alcuna enfasi ma seguendo una specie di ritmo ripetitivo che può ricordare quello di un Gassman preso in giro.
Sento le labbra dei tuoi pozzi di petrolio,
quando succhi tutto l'oro bianco
che mi fa, che ci fa ricchissimi
e mi parli degli uccelli d'acqua
che cantano dentro le piramidi
del gioco dei dadi dei quadri dirigenziali
delle piccole e medie imprese
e del fronte di guerra della mesopotamia.
Ma soprattutto quest'altra, suo vero cavallo di battaglia che ogni tanto ripete, variando qualcosina qua e là. Interpretata leggendola tutta d'un fiato.
Amami, perche' sono la vita sono il trapezista sono il leone sono la stazione da cui partono...
i treni.
Io sono il mare e tu...
sei mia.
Vi risparmio i componimenti in rumeno, le canzoni in francese, le poesie in portoghese e spagnolo. Sta facendo di tutto per annoiare a morte gli altri e vincere prendendoli sulla stanchezza. Almeno così dicono.
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